Patologie muscolo-scheletriche in aumento, monitorati i tumori. E l’eternit continua a mietere vittime
MODENA – Quindici le vittime del lavoro nel 2023, dodici nel 2024: è un dato in calo per Modena e provincia quello che fa da cornice alla giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro. Ma è un dato che racconta solo una parte di un problema che non si riduce anzi, se possibile, vede ampliarsi lo spettro delle conseguenze negative del lavoro sulla salute di chi lo compie. Traumi del rachide, tendiniti, tunnel carpale, forme di sovraccarico biomeccanico o di logorio dovuto alle vibrazioni sono il primo male del lavoro a livello non solo modenese, ma nazionale. Il servizio di prevenzione-sicurezza dell’AUSL effettua formazione e controlli periodici, specialmente negli ambienti ad alto rischio di incidenti gravi – come l’edilizia e l’agricoltura – ma anche nelle aziende esposte a rischio di malattia professionale o cancerogeno. Nella lista delle sostanze attenzionate troviamo gli IPA, il benzene, i composti di nichel, i cromati, la silice libera cristallina e le polveri di legno duro. Non c’è invece un allarme PFAS, le microplastiche disciolte in acqua, tenute a bada – spiegano – dai controlli meticolosi di AUSL e Hera sul territorio. Si studia invece il diesel, nell’ambito di un progetto di monitoraggio sulle autofficine da parte delle Aziende Sanitarie di tutta la regione. Infine, c’è ancora il saldo tragico dell’amianto che a distanza di quattro decenni o più continua a uccidere. Se non altro il 2025 è cominciato, in provincia, con dati più incoraggianti: zero, tra gennaio e febbraio, gli infortuni mortali; -7% quelli totali; mentre le denunce di malattia professionale flettono addirittura del 36%.