L’Assemblea Upi, che si è svolta a Lecce, è stata conclusa dal Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella che ha detto: “Serve intervenire. La condizione istituzionale di incertezza ha fatto sì che nelle Province si accumulasse, in questi anni, una condizione di squilibrio nelle risorse finanziarie”.
LECCE – “Le province sono parte integrante della vita democratica, hanno bisogno di certezze e di risorse”. Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella questa mattina a Lecce all’Assemblea nazionale delle Province d’Italia cui ha partecipato anche il modenese Fabio Braglia. Province da abolire, anzi no. Da dieci anni le modifiche di legge le hanno lasciate in un limbo. A Lecce i Presidenti delle Province italiane, tra cui il modenese Fabio Braglia, si sono radunati per l’annuale assemblea, conclusa dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha sottolineato la necessità di intervenire per ridare certezze agli enti. La riforma Calderoli, seguita dalla riforma Del Rio e il fallimento del referendum costituzionale, hanno lasciato le Province in un quadro incerto fatto di compiti importanti, come edilizia scolastica e strade, ma risorse sempre più aleatorie. E oggi, dice Braglia, siamo a un bivio.
Il presidente Braglia all’incontro con Mattarella. “Restituire legittimità alle Province italiane”
“Siamo a un bivio in cui servono decisioni chiare, coraggio politico e volontà di affrontare in modo strutturale le criticità che hanno segnato l’ultimo decennio. Non c’è più tempo per l’incertezza. Le Province sono attori chiave nel governo del territorio, nei servizi per la scuola, la mobilità, l’ambiente e lo sviluppo. È tempo di una riforma vera che riconosca questo ruolo, altrimenti si rischia di compromettere la tenuta stessa del sistema istituzionale. Le sfide di oggi, dalla coesione sociale alla transizione ecologica, dalla mobilità sostenibile alla digitalizzazione, non possono essere vinte senza un’azione coordinata tra i diversi livelli di governo. Le Province non sono un ente di secondo piano, ma un punto di snodo essenziale tra lo Stato centrale, le Regioni e i Comuni”.