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Affitti brevi più regolari con il “Cin”. VIDEO

Crescono di numero, secondo l’indagine di Federconsumatori e Sunia, ma solo perché i gestori si sono messi in regola dopo l’introduzione del Codice identificativo nazionale. Ancora troppe pecche su sicurezza e self check-in.

MODENA – A metà settembre 2024 le unità in affitto breve erano 1553; tre mesi dopo, a metà dicembre, erano già salite a 1607. Ad oggi sono addirittura 1759, ovvero oltre 200 in più, con una crescita del 13,3% negli ultimi sei mesi. Un trend impressionante che testimonia come, in un settore sinora caratterizzato da irregolarità ed evasione fiscale, l’introduzione del Cin, il codice identificativo nazionale, sembra essere riuscito, almeno in parte, laddove aveva fallito il Cir, il codice identificativo regionale. Ma due mesi dopo l’introduzione delle sanzioni, ci sono ancora circa il 20% di appartamenti e camere in affitto non in regola. Non solo. Un dato davvero sconsolante è quello del rispetto delle norme in materia di sicurezza, con estintori e rilevatori di anidride carbonica presenti solo in un numero davvero esiguo di strutture. E poi c’è un nuovo fronte di irregolarità, ovvero i self check-in, con i clienti che possono entrare nelle strutture digitando un codice su un tastierino o prendendo la chiave da una key box, senza alcun contatto con l’affittuario: procedura illegale, come determinato da una circolare del Ministero dell’Interno. I dati sono stati evidenziati da Federconsumatori e Sunia, che procedono nel monitoraggio di quanto accade sul nostro territorio rispetto agli affitti brevi e turistici, anche in relazione alla crisi abitativa.

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