La rabbia del sindacato Sappe. “Situazione insostenibile, a Modena il carcere più problematico dell’Emilia Romagna”
MODENA – E’ tornato nel carcere di Sant’Anna per terminare di scontare la pena per la quale é detenuto, il 43enne di origine brasiliana che giovedì mattina ha appiccato il fuoco nella sua cella provocando l’intossicazione da fumo di una decina di agenti della penitenziaria intervenuti per evacuare in sicurezza il dipartimento. Il giudice ha convalidato l’arresto con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate ma non ha disposto la misura cautelare per questi reati specifici rinviando il processo per direttissima il 2 ottobre prossimo. La difesa ha infatti chiesto tempo per studiare gli atti e informarsi sulla storia del detenuto trasferito a Modena dal giugno scorso dopo un periodo in un carcere ligure dove gli era stata riconosciuta la semi infermità mentale. Proprio questo sembra essere il nodo, l’uomo infatti dal suo arrivo al Sant’Anna aveva sospeso la terapia poiché il protocollo carceri dell’Emilia Romagna non prevede la somministrazione di quel tipo di farmaco. Davanti al giudice il 43enne ha chiesto scusa per quello che ha commesso spiegando di sentirsi male proprio a causa del suo disagio psichico. Un aspetto quello dei detenuti con problemi psichiatri sollevato più volte dagli agenti della polizia penitenziaria. La difesa ha chiesto una detenzione in una Rems o in un istituto penitenziario dotato di un’area dedicata