Un lieve segno “più” nelle vendite ottenuto abbassando i prezzi per contrastare il dumping soprattutto indiano. Nuovo appello a Governo e UE sulle emissioni
SASSUOLO (Modena) – Le leggi europee un regalo al dumping indiano, il nuovo stop alla Bretella “ormai una barzelletta”. Non è un quadro critico quello di fine anno presentato da Confindustria Ceramica, ma non mancano le preoccupazioni. Il riferimento alla “barzelletta” del presidente di Confindustria Ceramica Augusto Ciarrocchi, viterbese di nascita, è alla Orte-Civitavecchia in realtà, ma è rivolto all’analoga situazione dell’arteria autostradale di nuovo stoppata da perplessità politiche e necessità di compensazione ambientale sempre maggiori. E non è l’unica perplessità green al centro degli appelli di Confindustria Ceramica: ci sono anche gli ETS, le quote emissioni che l’India e la Turchia non rispettano rendendo impari la competizione, e proponendo prezzi spesso in perdita.
Per ridurre le emissioni l’industria ceramica ha investito più di 4 miliardi di euro in 10 anni: 180 milioni l’anno la spesa fino al 2031, 225 l’anno quella successiva. Una spesa che, secondo Ciarrocchi, danneggia la ceramica italiana sul fronte che la sta salvando: quello qualitativo.
Il dato migliore del 2025 è la cassa integrazione: poca rispetto ad altri settori, addirittura in calo. la speranza, infine, è rappresentata dal massiccio “piano casa” presentato dal cliente preferito dei ceramisti italiani, la Germania. Servono però anche risposte da Bruxelles e da Roma, non solo da Berlino. E la recente missione europea non è andata come sperato.