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Tavares, un addio da 100 milioni. Fiom: “Un piano per la Maserati”. VIDEO

Dopo la sua cacciata la guida di Stellantis passa al presidente John Elkann, in attesa del successore che verrà indicato entro giugno. La Fiom chiede un piano industriale per la Maserati, mentre in via Ciro Menotti viene prorogato il contratto di solidarietà.

MODENA – Stellantis scivola in Borsa dopo le dimissioni dell’AD Tavares. La decisione di dire addio al manager portoghese, che avrebbe dovuto mantenere la carica fino al 2026, è stata presa all’unanimità dal consiglio di amministrazione del gruppo italo francese. I poteri passano ora nelle mani del presidente John Elkann. L’azienda non intende accelerare sulla scelta del successore che arriverà entro la metà del 2025. Il processo per la nomina di un nuovo ceo permanente – spiega Stellantis – è già in corso, gestito da un comitato speciale del consiglio. Manager più pagato nella storia dell’auto con una retribuzione di 13 milioni e mezzo di euro, salita lo scorso anno a oltre 23 milioni, Tavares saluta con una liquidazione da 100 milioni. Lascia un gruppo in sospeso che come altri colossi dell’auto non sa che direzione prendere sulla transizione elettrica. Senza nuovi modelli le vendite sono crollate: 200mila veicoli in meno a giugno. Il doppio della stima.
Una crisi che ha colpito gli stabilimenti italiani: investimenti fermi, produzione bloccata e ricorso alla cassa integrazione. Il tentativo di sollecitare nuovi incentivi statali in commissione parlamentare aveva fatto infuriare la politica. A Modena, la scelta di smantellare l’Innovation Lab Maserati voluto fortemente da Sergio Marchionne. Mentre nello stabilimento di via Ciro Menotti viene prorogato il contratto di solidarietà. Il futuro del Tridente resta incerto, ma una svolta potrebbe arrivare con il nuovo amministratore delegato Santo Ficili, che per i 110 anni della casa modenese, ha parlato di impegno per il rilancio e nuove strategie commerciali.

I sindacati pretendono un cambio di passo. Il segretario della Uilm Rocco Palombella chiede discontinuità e tutela dei livelli occupazionali”. La Fiom invece chiede “un piano industriale.

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